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Paolo Bastianello va in Cina #01 da Dardago al Montenegro

  • frangiacorta
  • 12 giu
  • Tempo di lettura: 4 min
sotto il caldo infernale già a inizio giugno


Poco più di una settimana di pedalate e Paolo Bastianello è arrivato in Montenegro, con un caldo inaspettato e la difficoltà di entrare nel ritmo giusto. C’era una folla alla partenza il 31 maggio in piazza a Dardago alle 9.30, mentre il portone di casa era aperto sin dalle prime ore del mattino, per accogliere gli amici per un saluto. Al via, oltre agli amici di Mestre, alcuni rappresentanti di Fiab Aruotalibera, che hanno accompagnato per un pezzetto l’amico e socio.

Scoccate le 9.30 la partenza, verso la piazza di Budoia e poi giù fino a Pordenone, con pausa al Caffè Municipio. Qui i primi accompagnatori hanno desistito, un saluto e poi di nuovo in sella. L’andatura è lenta, i bagagli, una trentina di chili, sbilanciano un po’ la bici e anche il miglior ciclista ha bisogno di tempo per abituarsi: “di solito mi servono un paio di giorni per assestare l’andatura – spiega – poi vado via più veloce.”

La traccia calca la ciclovia regionale FVG4, ora anche AIDA, quell’Alta Italia da Attraversare che va da Trieste a Torino. E proprio il capoluogo regionale è la prima tappa, che attende in serata gli amici. I due mestrini, con un bagaglio leggero, tendono a prendere la fuga, contro l’ex collega e amico ormai dardaghese a tutti gli effetti, che fatica a prendere il via. Ed è il sole, sempre più caldo sul far di mezzogiorno, ad affaticare la comitiva, che si ferma per un panino a San Giovanni di Casarsa.

Un avvio di tappa faticoso, ricco di emozioni e festoso, poi, finalmente soli, sotto il sole sempre più cocente, con il termometro che raggiunge i 36 gradi, prendono slancio e passano oltre il Tagliamento sul ponte della Delizia. Per non andare troppo lunghi abbandonano l’AIDA, per scendere verso Palmanova e poi Monfalcone e giù fino a Trieste. “El gà tacà a far legne subito” spiega l’amico sottintendendo un sonno pesante già appena coricato in ostello, dopo pizza e birra.




Dal primo di giugno Paolo pedala solo, con i suoi ritmi, senza alcun vincolo. Le tappe si rivelano più difficili del previsto, il dislivello a volte importante, i punti di ristoro o di riposo notturno non sempre disponibili, ma il buon umore e il sorriso non lo abbandonano mai. Prima di mezzogiorno il confine sloveno è varcato facilmente su ciclabile, poi qualche difficoltà: “oggi giornata faticosa – racconta a fine tappa – tantissimo caldo e parte del percorso completamente nel bosco, a causa di una deviazione per lavori. Volevo quasi tornare indietro, ma poi mi sono fidato di Garmin. Non sono arrivato a Fiume, dove pensavo inizialmente di fare tappa, e mi sono fermato in una bellissima locanda, molto accogliente”.


I paesaggi che si incontrano sono tutti molto belli, sia immersi nel verde che con vista mare. Gli imprevisti però si trovano facilmente, come un agriturismo chiuso e nessuna traccia di negozi: “per fortuna c’era una casa vicino all’agriturismo e ho messo la tenda nel giardino di un signore, che mi ha fornito anche pane e formaggio. Perché non si possono mangiare solo barrette. Ho incontrato un piemontese diretto a Durazzo, che viaggiava leggero, ed è un bene per lui, perché oggi ho fatto 1400 metri di dislivello e sotto il sole, con tanto peso, si fa fatica”.



Saliscendi, vista mare e colline, così si alternano le giornate, con pochi incontri e qualche problema nel trovare una sistemazione per la notte. Per fortuna c’è la tenda, che non si può però piantare ovunque. “Oggi ho superato il muro dei 100, non pensavo. Non trovavo strutture, ho fin chiesto di piantare la tenda fuori da una pensione, ma si sono rifiutati. Così ho dovuto pedalare ancora e sono arrivato a 120, finalmente ho trovato una pensione carina e tutto si è sistemato. Con 700 metri di dislivello è andata bene.” Nella giornata successiva Dernis è una cittadina di tappa, nella regione di Sebenico e Tenin, all’interno, lontano dal mare, dove corre la traccia di Paolo. Anche qui alberghi chiusi e B&B occupati, così ci si ferma a dormire in una piazzola improvvisata: “meglio di un campeggio!”, poco fuori città, dopo una novantina di chilometri e poco più di mille metri di dislivello. Venerdì si parte con un cartello di ciclovia numero 2: “sono sulla strada giusta?” si chiede Paolo pensando a un’Eurovelo, ma poi realizza trattarsi di una ciclovia croata. Ruzic, Umljanovici, Kljake, lungo il confine tra la regione di Sibenik e Split, per arrivare fino al paese di Otok e poi ancora avanti, fino a Grab e a Vedrine. Sterrati imprevisti, si torna indietro e poi si riparte, verso la strada asfaltata. “Tutto bene conunque!” rassicura gli amici e i parenti con il messaggio di fine tappa. Si riparte all’altezza di Spalato, ma sempre verso l’interno, sulla strada D60; qui l’incontro con una necropoli: Crljivica, un’affascinante sito archeologico, collocato tra Cista Velika e Cista Provo, riconosciuto e protetto dall’UNESCO, per i suoi ricchi strati storici. Ha un’estensione di circa 200 metri, tra Trilj e Imotski. La strada divide il sito in due sezioni: Mala Crljivica a sud e Velika Crljivica a nord.



Ma l’obiettivo è Dubrovnik, così, dopo una breve sosta, si prosegue in quella direzione: “la giornata di oggi è stata stupenda – racconta - ma il solito caldo l'ha resa più difficile e faticosa; domani per Dubrovnik ci sono 120 chilometri, sarà duretta ma penso di farcela. Poi un giorno di riposo.” Domenica 8 si riparte e finalmente si vede il mare; nell’inizio tappa, la sorpresa di un Parco naturale ornitologico e ittiologico, nei pressi della foce della Neretva. La meraviglia dura poco: “ora sono in una statale trafficatissima, non vedo l'ora di terminarla, purtroppo ho ancora circa 21 chilometri da fare.” Poi finalmente si arriva al mare, quello vero, con un campeggio, anche questo vero, e si fa sosta per la notte, a 35 chilometri da Dubrovnik, dopo circa 92 km e 900 metri di dislivello.



A Dubrovnik sosta per due notti, nel campeggio in cima alla città e relax in una giornata assolata a zonzo per il centro della città vecchia. Partenza di buon'ora al mattino, per arrivare in giornata in Montenegro, con fine tappa a pochi chilometri dalla grande salita. La Grecia si avvicina e il caldo si fa sempre più sentire, ma Paolo inizia a prendere l'allenamento giusto e prosegue carico e ottimista la sua lunga avventura estiva.




























 
 
 

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