Riportiamo di seguito il comunicato stampa diffuso il 29 febbraio con l’annuncio delle mobilitazioni contro la revisione del Codice della Strada proposta dal MIT.
3.159 sono le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per le e i giovani sotto i trent’anni.
Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (Fonte: Commissione Europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente.
Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.
Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.
La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030.
La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione.
La richiesta: città vivibili e strade sicure, le persone al primo posto
È per fermare questo decreto e ribadire “Stop al Nuovo Codice della Strage” che dal 9 al 12 marzo in tante città italiane, a partire da Bologna, Torino, Milano, Padova, Firenze, Modena, Roma, Napoli, Lecce, Perugia, Varese si sono svolte manifestazioni organizzate da società civile, attiviste/i e associazioni.
La richiesta è una: città vivibili e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione.
Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna.
“Stop al Nuovo Codice della Strage“ è una mobilitazione che parte dalla piattaforma #Città30Subito* a cui si uniscono numerose associazioni e attiviste/i di tutta Italia.
Il coordinamento invita ad aderire organizzando iniziative nella propria città https://bit.ly/adesione-codicedellastrage
La piattaforma #città30subito è composta da: Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada
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