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Pedalare Resistere Pedalare: da Pordenone a Brugnera

Aggiornamento: 16 giu 2023

attraverso i luoghi della resistenza



è il 25 aprile! Siamo liberi! Grazie, grazie, grazie a tutti i giovani e meno giovani che per la nostra Libertà hanno dato la vita!

Nella pedalata PedalareResisterePedalare 2023 partiamo da Pordenone per andare a visitare alcuni dei luoghi tristemente famosi della Resistenza pordenonese. Appuntamento di buonora, alle 8, in Piazza Maestri del Lavoro a Pordenone. A pochi passi da Cinemazero.



Proprio nei giardinetti davanti alla piazza ci sono i primi segni, le testimonianze dei martiri per la Liberta! Una stele che ricorda 26 partigiani e un cippo alla memoria di Franco Martelli. Franco Martelli Ferrini, uno dei martiri più significativi della lotta della resistenza ex maggiore di cavalleria comandante partigiano medaglia d’oro al valor militare alla memoria, ucciso a Pordenone all’età di 34 anni il 27 novembre 1944, ritorna nella lapide, ormai sbiadita, che lo ricorda nei pressi del luogo dove fu fucilato.



Nella stessa caserma furono fucilati 9 partigiani il 14 gennaio 1945. Nessuna lapide li ricorda sul sito. Le nove vittime della caserma di via Montereale sono i partigiani Rinaldo Azzano "Dante", 23 anni, Azzano Decimo, contadino, garibadino della Brigata Anthos;

Davide D'Agnolo "Attila", 21 anni, San Martino al Tagliamento, operaio, garibaldino della Brigata Dante di Nanni:

Olivo Chiarot "Leo", 23 anni, Azzano Decimo, agente di Polizia, Medaglia d'Argento al V.M., garibaldino della Brigata Anthos;

Ferruccio Gava "Tigre", 23 anni, Prata di Pordenone, operaio, garibaldino della Brigata Veneziano;

Agostino Mestre "Pedro", 22 anni, Azzano Decimo Croce al V.M., gelataio, garibaldino della Brigata Bixio-Divisione Nannetti;

Giacobbe Perosa "Sgnappa", 32 anni, Azzano Decimo, coniugato, muratore, garibaldino della Brigata Anthos;

Pietro Pigat "Tom", 29 anni, Azzano Decimo, contadino, garibaldino della Brigata Anthos;

Edoardo Ruffo "Edo", 18 anni, Zoppola, commerciante, garibaldino della Brigata Dante di Nanni;

Elli Vello "Fulmine", 20 anni, Azzano Decimo, contadino, garibaldino della Brigata Anthos.

Erano stati catturati in varie circostanze e rinchiusi nelle carceri de astello, a Pordenone. Lì, all'alba del 14 gennaio 1945, furono prelevati dal tenente delle brigate nere Angelo Leschiutta e consegnati ai nazisti.

Lungo la traccia della ciclovia AIDA, Alta Italia da Attraversare, si raggiunge Rorai Piccolo.



All’esterno di villa Correr Dolfin una piccola lapide ricorda Guido Perisotto, uno dei martiri di Porcia, dove trovarono la morte anche Antonio Dell'Agnese "Tigre", manovale di 22 anni; Valentino Moreal "Orso", bracciante, 19 anni;

Umberto Moro "Carlo", manovale, 19 anni;

Giovanni Truccolo "Gigante", manovale, 22 anni, tutti appartenenti al Battaglione Naonis della 15a Brigata Osoppo, vengono fucilati in località Muzzile di Porcia. I corpi lasciati esposti per due giorni. Bruciate varie abitazioni.

Luigi Remigi "Charlot" fu impiccato dalle SS naziste lo stesso giorno, il 25 novembre 1944, sotto il portico del municipio di Porcia. In quei giorni perse la vita anche Luigia Venier, 14 anni. Il 10 dicembre a Palse venne ucciso Gino Nadalin "Fulvio", commesso, 20 anni. Due giorni dopo, nella stessa frazione, subiscono uguale sorte Vittorino Turchet "Sandro", 31 anni, Ferdinando Santarossa "Ugo", 18 anni, entrambi agricoltori; anch'essi appartenevano alla 15a Brigata Osoppo. Contemporaneamente alle uccisioni, sette case,

comprese quelle dei fucilati, vengono date alle fiamme e 23 cittadini deportati in Germania. Armando Cescotto, Ernesto Copat e Fedele Da Pieve non torneranno più da Flossenburg, Foris Pasut morirà a Mauthausen.



L'AIDA prosegue un po' più a Nord, noi facciamo una breve sosta a Palse, per poi proseguire verso la località Geromina a Sacile, dove si incontra l'AIDA e si prosegue verso San Giovanni di Livenza. Qui in via Fossaluzza vengono ricordati i cosiddetti Martiri Sfriso: "Celeste Trevisiol e suo figlio Ermanno Sfriso erano sfollati da Sacile a seguito dei continui bombardamenti che interessavano la linea ferroviaria Venezia-Tarvisio e Sacile-Pinzano. Avevano trovato alloggio presso l’abitazione di Fioravante Furlanetto, contadino di San Giovanni di Livenza. Per ragioni che non sono mai state chiarite, forse a causa di una delazione o per l’iniziativa di soldati ubriachi, loro tre e la nipote della Trevisiol, Anna Tomasella, probabilmente accorsa dopo aver saputo che la casa era circondata, vennero condotti fuori dalla loro abitazione e colpiti da raffiche di mitra. Tre morirono sul colpo, ma Anna venne rinvenuta agonizzante dalla popolazione civile, i cui tentativi di salvarla furono inutili per la gravità delle lesioni. La casa dalla quale vennero prelevate le vittime venne data alle fiamme."



Da qui si prosegue su AIDA fino a Brugnera, per poi puntare dritto dritto alla cerimonia .



Al termine della cerimonia, pranzo al sacco, panino al bar o rinfresco e poi il rientro passando per Prata ...



Le note storiche sono tratte da: "Pietro Angelillo, Sigfrido Cescut, I luoghi delle Pietre e della Memoria. Itinerario tra le testimonianze dedicate ai Caduti della Resistenza, Istlib, Pordenone, 2006."

























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