DI YOGhi e Bubu nemmeno l'ombra
Nel parco simbolo Paolo ha dovuto accontentarsi solo delle statuine, per uno scatto di ricordo: "speravamo di vedere qualche orso, ma niente, neanche uno". In compenso i paesaggi del parco di Yellowstone non hanno deluso. Uno dei più grandi parchi degli Stati Uniti, sicuramente il più antico, dove ci si deve necessariamente concedere una visita guidata, per non perdere le meraviglie che a un passaggio in bici rimarrebbero nascoste.
Ma la sosta è veloce e il viaggio chiama verso Sud. Tra uno sterrato e l'altro si trova a volte qualche tratto di asfalto: "dopo chilometri e chilometri di catene che si inceppano e cambi che non vanno, finalmente un po' di asfalto! Penso di non averlo amato tanto come in questo momento!" Dal parco dei cartoni animati a quello con la montagna più alta del Wyoming ci vuole una sosta, contornati da altopiano e montagne. Infine ecco il Grand Teton, che con i suoi 4.199 metri di altitudine si impone sul paesaggio circostante. La presenza degli orsi è ovuque, tra un parco e l'altro, così si sconsiglia di piantare la tenda ... e tocca dormire in un lodge... ma non è poi così male! "C'è una concentrazione massiccia di orsi, ci hanno detto, così un lodge bello solido di legno e anche comodo ha fatto al caso nostro. Giornate stupende! Come pure i paesaggi. Fa freschetto perchè siamo attorno ai 1800 metri, 2000. Però tutto bene". L'ottimismo contraddistingue il viaggiatore, appagato dai paesaggi, che fanno dimenticare le fatiche.
Il Grand Teton sovrasta tutto e si fa ammirare a lungo, anche da lontano. Si continua a correre e lo si vede ancora, fino al passo Union, che porta a raggiungere i 2900 metri di altitudine. E poi ancora giù fino a Pinedale Wyoming, con l'adrenalina a mille tra saliscendi emozionanti e paesaggi indimenticabili: "Questo è il paesaggio di ieri e oggi, sono appena arrivato a Pinedale. Fantastico! Abbiamo fatto l'Union Pass a 2808 metri! Tra ieri e oggi abbiamo fatto parecchia strada, anche il Togwotee Pass a 2943 metri. Abbiamo trovato un rifugio carino a 2300 metri. Tutto molto bello, la strada ogni tanto è impegnativa e bisogna veramente andare piano per non scassare la bici! Pindale è una bella cittadina, siamo in motel e ci riposiamo un paio di giorni."
Poi si riparte e fuori dalla città anche l'alba ha il suo perchè... "Questa mattina alle 5.30, tutto bene!
Giornate fantastiche! Ieri è stata la prima tappa di più di 100 chilometri, con 900 metri di dislivello. Adesso qui è un posto senza punti di appoggio, ieri abbiamo fatto scorta di acqua in un ruscello, perchè poi il posto diventa piuttosto desertico. Strada bellissima, quasi come andare sull'asfalto. Ora siamo qui fermi ad Atlantic City per il pranzo e poi continueremo e andremo avanti." Il viaggio è impegnativo ma decisamente bello e i viaggiatori non hanno dubbi sulla bontà della loro scelta, proseguendo diretti a sud, con le immagini del cammino che si accavallano e si confondono nei ricordi tra un giorno e l'altro.
Tra una tappa e l'altra si arriva a fine luglio, i chilometri si fanno sentire: 2300 più o meno a metà del tragitto della Great Divide, non di tutto quello che Paolo si è immaginato: "negli ultimi due giorni, dopo aver attraversato il Basin, una zona semi desertica, siamo arrivati fino a Rawlins. Ora inizia la quarta mappa... delle 6 acquistate per il Great Divide."
Gli amici francesi hanno un aereo che li aspetta a fine Divide, Paolo solo il Messico e il rientro negli States, prima di proseguire con tutta calma, così perchè correre troppo: riposare un po', godersi i luoghi. Partiti insieme da Calgary, a Rawlins ci si separa, per proseguire ognuno per conto suo. "Mi fermo qua un paio di giorni" così si conclude anche il mese di agosto "il tragitto è tranquillo e anche se dalle foto non si vede c'è tanta gente, anche a piedi... non so come facciano! Non sono solo. Volevo rallentare un po'! Manderò a casa un po' di bagagli in eccesso, così mi alleggerirò un po'." Ecco le ultime foto in compagnia, poi aspettiamo agosto per il viaggio in solitaria!
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