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frangiacorta

Paolo Bastianello e la Great Divide #01 da Calgary a Yellowstone

Aggiornamento: 5 ago 2023

da Dardago al Canadà pronto per partire su 2ruote




Dopo neanche un anno dal ritorno da Capo Nord, Paolo Bastianello è ripartito, per le Americhe, in aeroplano con bici al seguito, e la promessa di fare almeno 5 mila chilometri per attraversare la Great Divide e poi dedicarsi a girellare qua e là, fino alla data del rientro, previsto per metà ottobre. Quattro mesi esatti di viaggio, proprio come lo scorso anno!




Eccole le Americhe ed ecco la Great Divide, la Gran Divisoria, come la chiamano al sud, il grande spartiacque che corre lungo il continente, da nord a sud, divedendo le acque tra l'oceano Pacifico e l'Atlantico. Una parte di questa lunga linea rossa è diventata un tour, in bikepacking o comunque in bici e bagagli più o meno pesanti, che attira centinaia, forse migliaia, di appassionati ogni anno. La gara, quella ufficiale dove i forsennati ci mettono una quindicina di giorni o forse meno per coprire i 4 mila 418 chilometri tra Canada e New Mexico è partita il 9 giugno. Paolo, assieme agli amici francesi incontrati lo scorso anno salendo a Capo Nord, la hanno rincorsa a partire da una decina di giorni dopo.


Arrivo a Calgary, la più grande città dell'Alberta, poco distante dalle Montagne Rocciose e dal parco nazionale di Banff, da dove la traccia del percorso parte per scendere verso sud.


"L'orso - racconta Paolo - lo abbiamo avvistato a circa 30 mt dalla strada ... si faceva proprio i cavoli suoi" ... e per fortuna!

Le sviluppatissime Americhe nascondono un grande divide ... anche tecnologico, non solo orografico, con paesini e posti sperduti dove manca in toto la possibilità di comunicare. Paolo si porta dietro le magliette dal paesello, quella del Bar al Campanile di Dardago e quella di Easy Bike, di Simone Fort, in piazza a Budoia, che gli ha preparato la bici prima della partenza.



Inconvenienti dello sterrato: la macchina fotografica piena di polvere; particolarità dei posti: campeggi non presidiati, minimali, ma a costo zero!

Lunedì 26 giugno l'arrivo negli Stati Uniti, a Eureka... che sicuramente promette bene! Nel passaggio però i tre pedalatori hanno incontrato The Wall... il muro: "pensavamo di spingere solo la bici, ma abbiamo dovuto togliere tutte le borse". La strada sterrata a tratti è dura... così tocca scendere dalla bici e spingere a mano, o addirittura togliere i bagagli e tornare a piedi a recuperarli.



Alberi, foreste, alberi, il paesaggio è incantevole e ogni tanto si trova anche un campeggio "vero" dove fare una sana doccia! Arrivati al Whitefish Lake. Il viaggio procede, con un'ottantina di chilometri al giorno, 800 o mille metri di dislivello al giorno, senza tornanti, con salite, spianate, nuove salite e finalmente lunghe discese.


"Ovando è un paesino molto carino con un bel campeggio, ma senza docce... tanto si può fare il bagno nel lago, dicono!" Ma succede anche di fare campeggio selvaggio, quando tra uno e il successivo ci si trova in mezzo al nulla! Ed è così sotto al passo Stemple, prima di affrontare la salita che arriva fino a 2100 metri, per poi arrivare in discesa a Helena, la capitale dello stato del Montana, dopo circa 36 miglia.



Il tempo è buono e per fortuna nessun imprevisto. Di cose se ne scoprono ogni giorno! Ma la strada ogni tanto lascia a desiderare e rende difficile il passaggio: qui 5 chilometri, di cui 2 spinti a mano!


E si arriva a Elkhorn Hot Springs, per proseguire sempre verso sud!



E finalmente, a metà luglio, arrivano a Yellowstone: "Tutto bene - dice Paolo - siamo appena arrivati nel campeggio di Yoghi e Bubu.🐻🐻" Attraversando paesaggi ora montani e ora collinari, lasciando alle spalle tanta fatica... in attesa delle nuove salite!



























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