da Dardago al Canadà pronto per partire su 2ruote
Dopo neanche un anno dal ritorno da Capo Nord, Paolo Bastianello è ripartito, per le Americhe, in aeroplano con bici al seguito, e la promessa di fare almeno 5 mila chilometri per attraversare la Great Divide e poi dedicarsi a girellare qua e là, fino alla data del rientro, previsto per metà ottobre. Quattro mesi esatti di viaggio, proprio come lo scorso anno!
By Pfly - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12131177
Eccole le Americhe ed ecco la Great Divide, la Gran Divisoria, come la chiamano al sud, il grande spartiacque che corre lungo il continente, da nord a sud, divedendo le acque tra l'oceano Pacifico e l'Atlantico. Una parte di questa lunga linea rossa è diventata un tour, in bikepacking o comunque in bici e bagagli più o meno pesanti, che attira centinaia, forse migliaia, di appassionati ogni anno. La gara, quella ufficiale dove i forsennati ci mettono una quindicina di giorni o forse meno per coprire i 4 mila 418 chilometri tra Canada e New Mexico è partita il 9 giugno. Paolo, assieme agli amici francesi incontrati lo scorso anno salendo a Capo Nord, la hanno rincorsa a partire da una decina di giorni dopo.
Arrivo a Calgary, la più grande città dell'Alberta, poco distante dalle Montagne Rocciose e dal parco nazionale di Banff, da dove la traccia del percorso parte per scendere verso sud.
"L'orso - racconta Paolo - lo abbiamo avvistato a circa 30 mt dalla strada ... si faceva proprio i cavoli suoi" ... e per fortuna!
Le sviluppatissime Americhe nascondono un grande divide ... anche tecnologico, non solo orografico, con paesini e posti sperduti dove manca in toto la possibilità di comunicare. Paolo si porta dietro le magliette dal paesello, quella del Bar al Campanile di Dardago e quella di Easy Bike, di Simone Fort, in piazza a Budoia, che gli ha preparato la bici prima della partenza.
Inconvenienti dello sterrato: la macchina fotografica piena di polvere; particolarità dei posti: campeggi non presidiati, minimali, ma a costo zero!
Lunedì 26 giugno l'arrivo negli Stati Uniti, a Eureka... che sicuramente promette bene! Nel passaggio però i tre pedalatori hanno incontrato The Wall... il muro: "pensavamo di spingere solo la bici, ma abbiamo dovuto togliere tutte le borse". La strada sterrata a tratti è dura... così tocca scendere dalla bici e spingere a mano, o addirittura togliere i bagagli e tornare a piedi a recuperarli.
Alberi, foreste, alberi, il paesaggio è incantevole e ogni tanto si trova anche un campeggio "vero" dove fare una sana doccia! Arrivati al Whitefish Lake. Il viaggio procede, con un'ottantina di chilometri al giorno, 800 o mille metri di dislivello al giorno, senza tornanti, con salite, spianate, nuove salite e finalmente lunghe discese.
"Ovando è un paesino molto carino con un bel campeggio, ma senza docce... tanto si può fare il bagno nel lago, dicono!" Ma succede anche di fare campeggio selvaggio, quando tra uno e il successivo ci si trova in mezzo al nulla! Ed è così sotto al passo Stemple, prima di affrontare la salita che arriva fino a 2100 metri, per poi arrivare in discesa a Helena, la capitale dello stato del Montana, dopo circa 36 miglia.
Il tempo è buono e per fortuna nessun imprevisto. Di cose se ne scoprono ogni giorno! Ma la strada ogni tanto lascia a desiderare e rende difficile il passaggio: qui 5 chilometri, di cui 2 spinti a mano!
E si arriva a Elkhorn Hot Springs, per proseguire sempre verso sud!
E finalmente, a metà luglio, arrivano a Yellowstone: "Tutto bene - dice Paolo - siamo appena arrivati nel campeggio di Yoghi e Bubu.🐻🐻" Attraversando paesaggi ora montani e ora collinari, lasciando alle spalle tanta fatica... in attesa delle nuove salite!
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Comments