Arrivano le ottobrate... e tra una salita e l'altra, tanta fatica, fra poco anche Roma
Il cielo plumbeo, dopo una giornata di pioggia infinita, ha presto lasciato spazio all'azzurro, che pian piano si è fatto strada sopra i ciclisti... "...e noi... arriveremo a Roma..." malgrado le salite!
Usciti da Umbertide si vedono i danni del maltempo, con tronchi trascinati dalle acque del Tevere e incagliati sul ponte: "un'enorme quantità di tronchi. Noi cominciamo a procedere in direzione di del lago Trasimeno. Abbandoniamo la strada provinciale e ci inoltriamo nella bella campagna umbra. Via via che il viaggio procede, il cielo si apre e spunta il sole, illuminando il bel paesaggio di vigneti e coltivazioni di tabacco." Arrivano le salite, che diventano protagoniste delle tappe tra Umbria e Lazio: il valico Gasperini, prima vetta con sosta rinfrancante e bella vista sul lago. Poi la discesa, mozzafiato, verso Tuoro sul Trasimeno e da lì il periplo del lago, con Passignano sul Trasimeno, Torricella, San Feliciano e quasi alle porte di Castiglione del Lago prima di svoltare per Città della Pieve. "Abbandonato il lago, ci siamo inoltrati nelle colline, che ci hanno portati verso Città della Pieve; il paesaggio sempre molto bello, la vista del lago Trasimeno continua ad accompagnarci. Abbiamo notato che il lago si sta decisamente prosciugando, con affioramenti di alghe e di erbe; è probabile che la causa sia la carenza di pioggia nell’ultimo periodo, ma è un una tendenza che è inarrestabile." Dopo il ristoro, la fatica: "l’ultimo tratto prima di Città della Pieve ci riserva una salita terrificante, che finalmente ci porta in questa magnifica cittadina, praticamente esausti: soltanto una buona cenetta potrà riequilibrare le nostre sorti!"
Finalmente il tempo pare consolidarsi al bello e Città della Pieve si sveglia con il sole. Nella mattinata fresca, si parte in discesa, prima di infilare una serie di salite, che porteranno a un totale di 98 chilometri e 1250 metri di dislivello per raggiungere Bolsena. "Scesi dal colle di Città della Pieve, abbiamo cominciato la salita, che ha continuato inesorabile fino ai piedi di Orvieto. Siamo passati per Ficulle, con la sua rocca, anche qui una salita molto impegnativa. Quando poi siamo arrivati alla base di Orvieto, abbiamo visto la salita che dovevamo fare e ci ha sfiancati prima ancora di cominciare. Non si sa bene come siamo riusciti ad arrivare alla alla cima della cittadina, ma la sua vista ci ha subito ristorati: una cittadina molto, molto, bella, con un duomo eccezionale: la facciata del duomo di Orvieto è veramente bellissima; abbiamo fatto la sosta nella piazza del duomo e abbiamo percorso la cittadina in lungo e in largo, in modo da avere una bella immagine di tutta quanta la città".
Orvieto non ha segnato la fine delle salite della giornata delle "scalate", così: "ridiscesi da Orvieto abbiamo impegnato una scorciatoia, che ci ha portato in mezzo ai rovi e allo sterrato, per evitare un’ansa della strada provinciale. Non sappiamo se abbiamo risparmiato del tempo o delle fatiche, ma comunque ci siamo divertiti e alla fine siamo arrivati in cima." Ancora salita e ancora, oltre i 300 metri sul livello del mare di Orvieto. Infine la discesa, verso Bolsena e il suo lago, alla fine della sesta tappa: "dopo la discesa, abbiamo cominciato a trovare campi, vigneti e boschi di querce e il paesaggio è cambiato rispetto a quello dell’Umbria; siamo già nell’alto Lazio. Arrivati a Bolsena abbiamo potuto vedere come primo monumento la chiesa di Santa Cristina, famosa per il miracolo di Bolsena. Una bella cittadina medievale, ancora ben conservata e con un bel castello."
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